E il Trentino Alto Adige torna «rosso» nella mappa dei rischi, insieme a Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Umbria, Abruzzo e Calabria

Il primo mese del 2024 comincia purtroppo già con due vite spezzate in più dello scorso anno. Un lavoratore su quattro è deceduto in Lombardia.
Sono stati 33 gli infortuni mortali in occasione di lavoro, mentre sono 12 quelli in itinere. Il settore delle costruzioni è il più colpito dal fenomeno delle morti sul lavoro.
Cresce il numero delle denunce di infortunio complessive (mortali e non): +6,8% rispetto a gennaio 2023.

 Il rischio di morte, regione per regione, di gennaio 2024  
A finire in zona rossa a gennaio 2024 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Umbria, Abruzzo e Calabria.
In zona arancione: Sardegna, Lazio, Piemonte, Liguria e Sicilia. In zona gialla: Lombardia e Campania. In zona bianca: Veneto, Basilicata, Emilia-Romagna, Molise, Puglia e Toscana.

Il fenomeno infortunistico per fasce di età: ancora a maggior rischio i più anziani  
Anche nel primo mese dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).
Un dato, quest’ultimo, che continua ad essere ancora preoccupante tra i lavoratori più anziani; e infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (2,9), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (2,5).

 I lavoratori stranieri quasi triplo rispetto agli italiani  
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel mese di gennaio, sono 8 su 33.
Con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere quasi triplo rispetto agli italiani.
E infatti gli stranieri registrano 3,4 morti ogni milione di occupati, contro l’1,2 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

 I numeri assoluti delle morti sul lavoro e degli infortuni in Italia di gennaio  
Sono 45 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 33 in occasione di lavoro (1 in meno rispetto a gennaio 2023) e 12 in itinere (3 in più rispetto a gennaio 2023).
Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (6).
Seguono: Trentino-Alto Adige (5), Lazio (4), Piemonte (3), Campania, Sicilia, Marche e Friuli-Venezia Giulia (2), Veneto, Abruzzo, Calabria, Valle d’Aosta, Umbria, Liguria e Sardegna (1).
Ancora fortunatamente senza vittime: Emilia-Romagna, Puglia, Toscana, Basilicata e Molise. (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

 Il settore delle costruzioni il più colpito dalle morti sul lavoro  
All’inizio del 2024 è sempre il settore delle Costruzioni a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 5. È seguito dal settore Servizi di Alloggio e Ristorazione (4), da Trasporti e Magazzinaggio e da Attività Manifatturiere (3).
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 54 anni (16 su un totale di 33).
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a gennaio 2024 sono 3, mentre 2 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 8, mentre sono 5 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.
Il venerdì risulta essere il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo mese dell’anno (27,3%).